Il caso Marocco e l’usuraio di Dante: il sacrilegio dell’aequitas

Il caso Marocco

Il caso Marocco rispecchia alla perfezione la figura dell’usuraio, raccontata da Dante nel XVII canto,  che dovrà patire la sofferenza del fuoco dell’inferno e le pulci ed i tafani gli devono procurare il prurito da impazzimento: “la legge del contrappasso” vuole che, poiché si è stati sereni e serafici in vita a raccogliere soldi ed interessi delle povere vittime, nell’inferno, di converso, dovranno dimenarsi e grattarsi con insistenza e pervicacia.
Gli usurai sono gente “mesta e tormentata”: il loro dolore scoppia dagli occhi si fanno riparo con le mani dalle fiamme e dalla sabbia infuocata: non diversamente fanno in estate i cani ora con il muso ed ora con il piede, quando sono morsi da pulci, mosche o tafani.
Dante si accorge che al collo di ognuno pende una tasca, una borsa, con un disegno particolare e pare che nel mirarla il loro occhio “si pasca”.
Questa descrizione è sublime: la calma piatta, sardonica, di apparente mitezza quasi angelica, attesa la loro imperturbabilità alla sofferenza, va soppiantata, dall’atroce sofferenza del prurito che devono patire gli usurai per la ferrea legge del contrappasso.

Le banche sono così…

Le banche sono così: accumulano ricchezze, patrimoni, beni immobili con la serafica calma dell’usuraio descritto da Dante, senza pensare le terribili ed orrende sofferenze che procurano.
Ed i magistrati sono correi nella loro occhiuta applicazione della legge: summum ius summa iniuria.
L’applicazione della legge senza tenere in considerazione gli interessi in campo e gli assetti da contemplare per ogni saggia decisione, può provocare ingiustizie insanabili.
E’ quello che è accaduto al sig. Marocco la cui casa di 410 mq con giardino edificabile valutata oltre 320 mila euro è stata venduta per euro 66 mila all’ottava asta al Tribunale di Pavia, per un modesto debito di 10 mila euro locupletato ( per interessi usurari) ad oltre 40 mila euro.

Il sacrilegio dell’ aequitas

Le banche oramai apprendono beni immobili e ne fanno incetta come i peggiori estorsori ed usurai: hanno creato un mercato collaterale attraverso spietate espropriazioni immobiliari che fa concorrenza con quello dei costruttori.
E’ più conveniente comprare una casa al mercato delle aste che da un costruttore edile: nel primo caso si può pagare un appartamento di lusso anche 100 mila euro, a fronte del prezzo di mercato che corre per 400 mila.
Eppure i magistrati lo consentono, perché non leggono le carte: esistono norme che possono autorizzare di bloccare e sospendere un’asta, quando gli esperimenti raggiungono cifre irrisorie, quando cioè il prezzo non sia congruo o di mercato.
Questo doveva avvenire con il caso Marocco: ma il Giudice è andato avanti come un burocrate, non avvedendosi che così facendo ha stracciato la pelle ad un debitore, ha consentito che le banche succhiassero il suo sangue.
Va impedito che il Giudice possa rendere il decreto di trasferimento: la Giustizia va applicata in modo parsimonioso ed anche ex latere debitoris.
Il video che si pubblica tratto dalla puntata di stamane della trasmissione L’area che tira raccoglie la triste testimonianza del sig. Marocco ed un nostro intervento a sua tutela: per impedire il sacrilegio dell’aequitas.
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