LETTERA AL SENATORE PESCO: SALVIAMO LA CASA AI SOVRAINDEBITATI

 

 

Carissimo Senatore Pesco,

tutti quelli che hanno a cuore le sorti della povera gente, dei debitori mazziati ed esclusi dal circuito produttivo, la devono ossequiare a vita, perché grazie al suo operato, per le proposte sostenute al Senato, è stato possibile portare a casa due fondamentali riforme:
1- l’estensione della legge Bramini, del fondamentale art.560 cpc per tutte le procedure in corso; sono stati bloccati sloggi per tante famiglie, che hanno perduto la casa all’asta:oggi non stanno sotto i ponti o dormono in autovetture.
2- Ottenuto il sovraindebitamento il debitore che ha perduto la casa con la liquidazione, può essere esdebitato e dunque liberato anche dai debiti non pagati, perché non capienti.
Ma è necessario un altro sforzo.
Quando il sovraindebitato propone la sua domanda al Giudice, devono essere sospese immediatamente tutte le azioni cautelari ed esecutive.
Come avviene con la domanda che oggi propone un imprenditore in crisi con il concordato preventivo o con la ristrutturazione dei debiti, istituto noto come automatic stay. Significa in ultima analisi che appena si avvia la procedura concordataria, si bloccano, automaticamente, tutte le altre procedure in corso, i sequestri avviati, i pignoramenti immobiliari di case e capannoni industriali, quelli presso terzi che impediscono la possibilità in banca di prelevare pensioni, stipendi e risparmi.
Così deve avvenire anche per i debitori che si avvalgono della procedura di sovraindebitamento: tecnicamente significa estendere gli effetti della domanda di concordato analogicamente anche per il sovraindebitato; in ultima analisi accogliere i benefici dell’art.168 della attuale legge fallimentare, tra l’altro recepito anche dal futuro codice della crisi.
Dunque quello che gli chiediamo in sintesi è varare questa riforma sull’attuale impianto della legge 3/2012: quando si propone il ricorso al giudice per la nomina dell’organismo di composizione della crisi, per 120 giorni-prorogabili per altri 60-sino a quando si presenta la proposta di piano e sino all’omologazione, tutte le azioni esecutive e cautelari anteriori devono essere sospese e non possono essere intraprese delle nuove. Questo significa dare protezione al patrimonio del povero debitore che, per il tempo necessario a redigere il piano, non si vede portare via la casa, pignorato lo stipendio o la pensione e le aste in corso, i pignoramenti in atto, devono essere sospesi ed arrestati.
Ecco un’altra norma di civiltà, carissimo onorevole che salverà molti altri debitori. Oggi senza protezione accade che mentre si avvia il ricorso per il sovraindebitamento , le aste in corso continuano, i pignoramenti corrono, insomma non si sospende nulla( come invece avviene per il concordato preventivo e ristrutturazione dei debiti) ed il debitore può ottenere di essere ammesso alla procedura, ma intanto perde la casa o lo stipendio in banca è pignorato.
Si dice che mentre il medico studia il malato muore, oppure mentre Roma discetta brucia Sagunto (Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur).
Dobbiamo proporre questa riforma per l’anno che verrà.
Ed i debitori gliene saranno grati.
Buon anno, onorevole Pesco.

Pubblicato su “Gli Stati Generali” il 31 dicembre 2020

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