Intervento al senato della Repubblica a cura dell’avvocato Biagio Riccio


Intervento al Senato della Repubblica a cura dell’avvocato Biagio Riccio in tema della remissione del debito ed il potere forte delle banche.
Con l’aumento vertiginoso delle espropriazioni forzate, che hanno dato la stura ad un collaterale mercato fiorentissimo di immobili pignorati al punto tale che le banche oggi hanno creato agenzie di vendita, possiamo affermare, candidamente, che la storia è tornata indietro: il debitore è schiavo del suo debito per tutta la vita. Infatti se un’asta immobiliare non sortisce l’effetto sperato, per esempio, perché con il ricavato della vendita forzata del bene pignorato il debito non viene coperto, il creditore- di solito una banca o l’ente di riscossione- Equitalia- continua con l’attività di recupero forzoso. Gli è consentito dal nostro ordinamento giuridico, perché il debitore risponde con tutti i suoi beni presenti e futuri, per le obbligazioni contratte.
Ne consegue che i creditori non si fermano e continuano a massacrare il debitore, con lettere ed atti giudiziari anche quando gli hanno portato via la casa con tutti gli arredi.
Al tempo dei romani chi era debitore diventava schiavo del creditore: c’era il nexum ,il nesso. Nel 326 avanti Cristo fu promulgata la Lex Poetelia Papiria de nexis. Essa rese possibile l’abolizione del nexum, il vincolo di schiavitù che legava un debitore ad un creditore, come forma di garanzia per l’adempimento di un debito assunto.Tito Livio scrisse: “che fossero i beni del debitore, non il suo corpo, a rispondere del debito. Pecuniae creditae bona debitoris, non corpus obnoxium esse”.
Si è tornati alla schiavitù del debito, alla sua prigionia: si perdono le proprie case, la dignitas e l’onore: non si è più titolari di fatto di alcun diritto, di qualche potere. Si degrada nell’oblio della società, nello scarto.
E’ conferito agli stessi creditori il diritto di chiedere le assegnazioni delle case e dei beni posti all’asta: dunque accade che la banca non solo è creditrice e perciò avvia il pignoramento, ma una volta che l’asta declassa per sua stessa struttura il bene, sarà la Banca medesima a divenirne aggiudicataria. In tal modo si costruisce una sorta di manomorta immobiliare: il patrimonio dei debitori si concentra sempre nelle stesse mani, quelle delle Banche, che nel contempo sono creditori ed assegnatari, in barba alla legge sulla trasparenza ed in dispregio del divieto di conflitto di interessi. La spire del serpente così si avvolge: la Banca riscrive il suo credito in bilancio, defiscalizzandolo e dunque recuperando o non pagando il carico impositivo: nel contempo diventa essa stessa assegnataria di beni immobili, comprati ad un’asta a prezzi ovviamente irrisori e stracciati. Se del caso affida al cliente interessato, futuro compratore, anche la proponibilità di un mutuo. Guadagna sulla povera gente, i debitori, che hanno subito la spoliazione immobiliare, per una legge del più forte: un codice di procedura civile che ha snellito il processo dell’espropriazione immobiliare, oggi più facile e spedito, per l’affidamento delle vendite forzate a notai ed avvocati, asserviti e speculatori, come sciacalli ed avvoltoi intorno alla corruzione di un cadavere.

La battaglia continua in difesa del debitore

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